Per essere belle bisogna... ammalarsi? La risposta è no!

Quante volte ci siamo sentite dire – nostro malgrado – che “per essere belle bisogna soffrire”? Che per essere presentabili e “in ordine” è necessario truccarci e riempirci la faccia di prodotti di cui spesso sappiamo poco, a parte l’effetto che hanno nel modificare il nostro aspetto? Iniziamo a liberarci di queste insensatezze e tornare alla versione originale di noi stesse, quella creata da Madre Natura: visi struccati, bellezza naturale, semplicità. 

Per chi non si sente ancora pronta ad abbandonare i cosmetici, l’invito è almeno alla scelta consapevole di prodotti non dannosi alla propria salute e all’ambiente.

Scopriamo come fare a individuare ed evitare i PFAS nei cosmetici, sostanze molto diffuse in numerose industrie e negli ultimi anni nel mirino in Veneto per un caso di inquinamento che è arrivato fino all’attenzione dell’Onu.

 

Da alcuni anni nelle province di Vicenza, Verona e Padova è in corso uno dei più gravi casi di inquinamento a livello internazionale, quello della falda acquifera e di conseguenza degli acquedotti, delle coltivazioni e degli alimenti, causato dallo sversamento industriale di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche), ossia acidi molto resistenti usati in forma liquida già dagli anni Cinquanta in vari settori: per il rivestimento antiaderente delle pentole da cucina (il Teflon®), per la produzione di carta e cartone ad uso alimentare e dell’abbigliamento tecnico impermeabile (il GORE-TEX®), oltre che in detersivi, vernici e insetticidi. Dal 30 novembre al 4 dicembre 2021 sarà operativa nelle zone venete coinvolte una missione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, che si occuperà di verificare se la gestione dell’emergenza PFAS ha violato i diritti umani. Alcuni rappresentanti di associazioni attive nel territorio lo hanno definito un crimine ambientale; certamente i PFAS sono sostanze estremamente nocive alla salute dato che hanno la capacità di attaccarsi alle cellule causando gravi danni all’organismo. Eppure, vengono comunemente acquistati innumerevoli prodotti che li contengono, prodotti che vengono poi anche usati direttamente a contatto con la pelle. 

 

Il caso dei cosmetici

Secondo uno studio pubblicato dai ricercatori del dipartimento di fisica dell’Università di Notre Dame negli Stati Uniti, l’82% dei mascara resistenti all’acqua contiene sostanze chimiche tossiche.

Dopo aver testato più di 200 cosmetici – tra cui fondotinta, prodotti per occhi e labbra e correttori – gli scienziati hanno scoperto che il 52% conteneva alti livelli di fluoro, un indicatore di PFAS. I PFAS presentano spiccate caratteristiche oleo e idrorepellenti, rendendo quindi i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi; ecco perché sono diffusissimi nei mascara waterproof. 

Una volta disperse nell’ambiente, queste sostanze chimiche penetrano nelle falde acquifere e raggiungono anche le coltivazioni; si ritrovano perciò nei prodotti agricoli e negli alimenti che consumiamo. Sono tossiche per tutti gli organismi viventi poiché si accumulano nell’organismo; sono inoltre molto persistenti anche nell’ambiente dal momento che non si decompongono. Ed è proprio il loro effetto duraturo il motivo per cui vengono utilizzati nei cosmetici, oltre all’impermeabilità. 

 

Occultamento in etichetta e danni alla salute

Ad aggravare la situazione, il fisico a capo dello studio, Graham Peaslee, ha sottolineato che solo una parte dei prodotti testati riportava sull’etichetta una sostanza chimica perfluorurata.

Il 47% dei mascara testati conteneva PFAS, ma considerando soltanto i mascara waterproof la percentuale saliva addirittura all’82%; i PFAS erano presenti anche nel 55% dei prodotti per le labbra testati e nel 62% dei rossetti liquidi. Considerato che chi lo indossa abitualmente ingerisce in media da 1,8 a 3 chilogrammi di rossetto nell’arco della vita, i dati dello studio sono ancora più allarmanti: l’esposizione ad alti livelli di PFAS può infatti portare a un aumento del rischio di cancro ai reni, mutamenti negli enzimi epatici, indebolimento del sistema immunitario, effetti negativi sul metabolismo, insulino-resistenza, obesità, aumento del colesterolo e aumento del rischio di ipertensione nelle donne in gravidanza.

Peaslee afferma che tutti i PFAS testati sono risultati tossici, o almeno persistenti e bioaccumulativi (cioè rimangono nell’ambiente e nell’organismo per molto tempo); le particelle più piccole possono rimanere nell’ambiente per centinaia di anni. Risulta quasi impossibile, oltre che molto costoso, rimuovere i prodotti di degradazione dall’ambiente e dall’acqua potabile; non esistono quindi buone ragioni per continuare a usarli. Tutti gli esperti con cui lo studioso si è confrontato hanno evidenziato la necessità di eliminare queste sostanze chimiche dal commercio. 

 

Il test anti-PFAS fai da te

Chi ama truccarsi, dovrebbe rassegnarsi a dover riapplicare il trucco sul viso, rinunciando ai prodotti a lunga durata dati i rischi che presentano. È sempre bene controllare tutti gli ingredienti di ciò che acquistiamo; nel caso dei PFAS possono essere indicati sulle etichette come perfluoroesano, perfluorodecalina e pentafluoropropano

Ma come fare a scegliere consapevolmente un cosmetico non dannoso alla salute e all’ambiente, se sulle etichette spesso queste sostanze chimiche non vengono citate? Semplice: se il prodotto viene presentato come a effetto duraturo o impermeabile, molto probabilmente contiene PFAS. Per averne la certezza, basta fare un test prima di acquistarlo: munitevi di un pezzo di carta e usate i campioni di rossetto o mascara presenti in negozio per dipingere un tratto sul foglio. Una volta tornate a casa, versateci sopra una goccia d’acqua. Se il giorno dopo la goccia è ancora lì, sicuramente il prodotto contiene PFAS; se invece l’acqua penetra nella carta in pochi secondi, ne è privo.

Ricordiamoci comunque che esiste sempre anche l’alternativa più sicura per la salute e per l’ambiente, oltre che sostenibile ed economica: scegliere di non usare più cosmetici e abbracciare definitivamente il nostro aspetto naturale, accettandoci “senza trucchi”.

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