Il monopattino batte i record della mobilità condivisa

Si è svolta a Roma lo scorso 23 Novembre la Quinta Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, un evento che ha confermato il rinnovato interesse del pubblico per il concetto di mobilità condivisa. Numerosi gli operatori e le istituzioni che hanno partecipato in presenza e da remoto, a partire dal Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini che ha aperto la sessione mattutina.          L’evento è stata l’occasione per fare il punto su tutte le tendenze in atto con rappresentanti istituzionali, esperti nazionali, internazionali e operatori della mobilità condivisa per confrontarsi su un fenomeno tanto dirompente da imporre la ricerca di nuovi modelli di governance per supportare un settore in pieno sviluppo.

 

La nascita della Sharing Mobility non risale a ieri. Il punto è che oggi sembra diventato un modello praticabile e sostenibile. Forse perché gli utenti hanno potuto riscoprire i vantaggi di non possedere un mezzo di spostamento privato, sia questo l’auto, la bici o il monopattino: condividere un mezzo con la collettività nel momento in cui realmente se ne ha bisogno sembra diventato il nuovo trend che ridisegna il concetto di mobilità nelle città del futuro.

In Italia già con il Decreto “Interventi per la mobilità sostenibile” emanato nel marzo del 1998, si garantiva una dotazione finanziaria dedicata agli enti locali per promuovere e sostenere nuove “forme di multiproprietà dei veicoli destinate ad essere utilizzate da più persone, dietro pagamento di una quota proporzionale al tempo d’uso ed ai chilometri percorsi”  – vale a dire il servizio di carsharing – e “organizzare servizi di uso collettivo ottimale delle autovetture” ovvero il servizio di carpooling, con l’obiettivo di riduzione degli impatti ambientali nelle aree urbane.

Dopo le prime pionieristiche esperienze arriva lo smartphone che cambia per sempre le regole del gioco di condivisione diventando la leva per facilitare l’incontro tra domanda e offerta. È grazie ai dispositivi mobili che intorno al 2010 in California, avviene il vero punto di svolta per la sharing mobility con la comparsa di Uber, il primo servizio di mobilità condivisa progettato ad hoc per sfruttare tutte le potenzialità delle piattaforme digitali e che da subito ha permesso di raggiungere livelli di reticolarità, interattività e collaborazione mai sperimentati fino ad allora.

Nascono sempre in questa fase i nuovi servizi di carpooling basati sull’uso di app e, immediatamente dopo, tutti i modelli operativi di vehicle sharing free-floating che permettono di noleggiare un veicolo con ancora maggiore facilità, anche per pochissimi minuti. Inizialmente sono le auto a sperimentare questo nuovo modello di funzionamento, poi è il turno di scooter e biciclette, veicoli adatti a compiere brevi spostamenti in città, senza l’ansia di trovare un parcheggio. 

 

Fonte: Osservatorio nazionale sulla Sharing Mobility 

 

L’ultima soluzione in ordine di tempo è quella dei monopattini elettrici in condivisione, il successo del secolo, e non solo in Italia. Quasi 40 mila nel 2020, stando ai dati diffusi dall’Osservatorio nazionale sulla Sharing Mobility. Arrivati in Italia sul finire del 2019, i servizi di monopattino in sharing hanno registrato numeri senza precedenti nell’anno della pandemia, diventando in 12 mesi il servizio più diffuso in Italia, quello più presente nelle città del Sud, quello con più veicoli operativi sulle strade, nonché quello che realizza il maggior numero di noleggi nel 2020, l’anno horribilis che ha sdoganato il monopattino con 7,4 milioni di noleggi 14,4 milioni di chilometri percorsi.

“Muoversi con leggerezza”, è questa la tendenza dei servizi di mobilità condivisa dominati oggi dai monopattini. Gli utenti preferiscono utilizzare veicoli sempre meno ingombranti e leggeri, in controtendenza al gigantismo dei veicoli di proprietà: lo conferma il peso medio del veicolo condiviso in Italia, che si è ridotto di circa un quarto nell’arco di 5 anni passando da circa 400 kg ai 120 kg attuali.

Nonostante il boom dei monopattini, ci sono alcuni ostacoli che devono essere ancora superati se si guarda alla mobilità nel suo insieme, i più rilevanti sono l’insoddisfacente insediamento di questi servizi nel territorio, la scarsa integrazione tra servizi di mobilità condivisa, la mancanza di un quadro di regole che interessi tutti i mezzi della mobilità condivisa e l’assenza di un flusso di risorse pubbliche stabili per sostenere, quando necessario, l’offerta di servizi di sharing. 

 

 

 

 

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