L’Europa del “Fit for 55”

Siamo pronti a cambiare per davvero? Pronti a cambiare il paradigma di consumo energetico, le tecnologie abilitanti e, cosa più difficile, i nostri stili di vita? Allora facciamolo presto, purtroppo non si tratta di retorica, ma di un monito che non può essere disatteso. Semplicemente perché c'è sempre meno tempo per reagire. E diciamolo con onestà, non esiste un margine nemmeno per la reazione ma solo per la guida del cambiamento. Quello che si prospetta è un viaggio di sola andata che mieterà risorse economiche e stili di vita non più al passo con i tempi ma ne varrà la pena, perché il futuro del pianeta dipende dal contributo di ogni singolo cittadino e di ogni governo affinché sia possibile garantire una transizione equa, competitiva e verde.

 

《Affrontare questa crisi - si legge in una nota della Commissione europea - è una questione di solidarietà intergenerazionale e internazionale》. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha aggiunto che 《l’economia dei combustibili fossili ha toccato i suoi limiti. Vogliamo lasciare alla prossima generazione un pianeta sano, buoni posti di lavoro e una crescita che non danneggi la nostra natura. Il Green Deal europeo è la nostra strategia di crescita che si sta muovendo verso un’economia decarbonizzata》.

 

Su queste premesse è stato varato il pacchetto "Fit for 55", 12 normative approvate per accelerare il cambio di rotta del Green Deal e trasformare l'Europa attraverso l'economia e l'intera società nel primo continente a impatto zero nel mondo. In questa sfida sembra che le istituzioni europee vogliano accorciare le distanze con la società e con l'industria per accelerare questo processo. Ammesso che i cambiamenti climatici siano la sfida più grande della nostra epoca, non dimentichiamo che rappresentano anche un'opportunità senza precedenti per costruire un nuovo modello economico e sociale. Noi ci crediamo, pensiamo sia responsabilità di tutti i mezzi di comunicazione informare i cittadini sul potenziale impatto che ognuno di noi avrà in questa transizione.

 

Una manovra finanziaria senza precedenti

Iniziamo dall'obiettivo numero uno, quello di ridurre le emissioni di CO2 del 55% nel 2030. Una macro sfida che rappresenta al tempo stesso un volano per la crescita dell'innovazione, degli investimenti e dell'occupazione. Il nuovo pacchetto "Fit for 55" include una serie di proposte che gettano le basi per la creazione di nuovi posti di lavoro per un'economia europea resiliente e sostenibile nel futuro. Per vincere la partita della transizione verde sono state stanziate risorse come mai si ha avuto memoria nella storia della comunità europea attraverso il supporto del piano di ripresa "NextGenerationEu" - che destinerà almeno il 37% della spesa alla transizione verde -  e del bilancio a lungo termine dell'Unione europea per il periodo 2021-2027 che mira alla finanza sostenibile e allo sblocco degli investimenti privati. Un terzo dei 1800 miliardi di euro di investimenti del piano per la ripresa di "NextGenerationEu" e il bilancio settennale dell'Ue finanzieranno il Green Deal. La Commissione europea ha approvato una proposta per destinare all'Italia sovvenzioni per 69 miliardi di euro e prestiti per 122,6 miliardi.

A livello globale però la situazione non è così promettente come per l'Italia e il resto d'Europa: a fronte dei 1000 miliardi che l'Unione europea ha stanziato per il Green Deal tocca ricordare che, secondo uno studio della International Energy Agency (Iea), nel mondo solo il 2% delle risorse messe a disposizione per la ripresa post pandemia nei recovery fund sono state dedicate ad investimenti nel settore dell'energia pulita. Secondo quanto apprendiamo dalla Iea, su 16 mila miliardi di dollari dedicati alla ripresa solo 380 miliardi sono stati stanziati dai paesi di tutto il mondo in investimenti verdi. Meno male che l'Europa ha pensato al suo piano b, risultando alla fine il continente che più ha apportato a livello globale al fondo dei 100 miliardi di dollari da stanziare ogni anno per interventi a favore del clima, come siglato nell'accordo di Parigi del 2015. Nei fatti, un terzo dei finanziamenti pubblici per il clima a livello mondiale proviene dall'Ue e dai suoi stati membri.

 

Il sistema dello "scambio di quote"

Così passiamo alle misure adottate nel "Fit for 55", a partire dall'ancoraggio del prezzo del carbonio in diversi settori, iniziativa che genererà notevoli entrate supplementari utili a garantire una transizione equa e renderà meno costose le soluzioni più pulite. Il pacchetto sostiene un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili e maggiori risparmi energetici, favorisce l'aumento delle vendite di veicoli nuovi ed ecologici e di carburanti a basse emissioni per i trasporti. Un nuovo meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere fisserà un prezzo del carbonio per le importazioni di determinati prodotti per garantire che gli sforzi per il clima che sta facendo l'Europa siano presi sul serio dagli altri paesi senza portare alla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Ciò consentirà di garantire che le riduzioni delle emissioni europee contribuiscano a un calo delle emissioni a livello mondiale.

Uno degli obiettivi di questo cambiamento è che sia l'industria a guidare la transizione attraverso investimenti in innovazione tecnologica al tempo stesso allineandosi alla tassazione delle fonti di energia. È così che il pacchetto mette in pratica il principio "chi più inquina più paga", con la pianificazione di un sistema di scambio di quote di emissioni per il settore trasporti ed edilizia, nonché con l'avallo di un nuovo meccanismo di adeguamento delle quote di carbonio nello scambio delle merci transfrontaliero. Assicurare un prezzo progressivamente più alto nello scambio di quote di emissione avrà come obiettivo quello di incentivare un consumo efficiente di energia e investimenti in energia pulita. L’estensione del sistema Ets riguarderà il trasporto marittimo, il trasporto pesante su strada e gli edifici. 

 

Il principio di solidarietà del Green Deal

Allo stesso tempo fissare il prezzo del carbonio è una strategia che mira a immettere liquidità nelle casse europee per affrontare le sfide del Green Deal generando entrate che possono essere reinvestite per affrontare la povertà energetica e le difficoltà di mobilità dei più vulnerabili, stimolare l'innovazione, la crescita economica e creare occupazione. 

La solidarietà diventa così un principio fondante del Green Deal europeo, un valore che punta alla convergenza degli obiettivi di decarbonizzazione tra generazioni, stati membri, regioni, tra zone rurali e urbane e tra diverse componenti della società. Per una transizione giusta l'Europa chiede di aderire a un obiettivo comune, effettuare sforzi collettivi e riconoscere che i punti di partenza non sono gli stessi per i 400 milioni di persone che popolano il continente. Questo significa che le sfide da affrontare sono diverse ma abbiamo la responsabilità di arrivare insieme al traguardo finale. Per raggiungere questo obiettivo è stato creato un nuovo "Fondo sociale per il clima" che fornirà finanziamenti per 72 miliardi di euro in sette anni per la ristrutturazione degli edifici, l'accesso a una mobilità a basse e a zero emissioni e un sostegno al reddito.

 

Il nuovo peso delle rinnovabili nel mix energetico

Per abbattere le emissioni di gas serra si rivela fondamentale secondo la Commissione europea portare al 40% l'obiettivo dello sviluppo di rinnovabili nel mix energetico. Le proposte promuovono la diffusione dei combustibili rinnovabili, come l'idrogeno verde nell'industria e nei trasporti, un vettore che garantisce una gestione razionale del surplus energetico generato nei prossimi anni dall'impennata della tecnologia eolica e solare. A confermarlo sarebbero le evidenze del "Rapporto Net zero by 2050" a cura della Iea, secondo cui il settore elettrico sarà il primo a essere completamente decarbonizzato entro il 2040 non solo in Europa, ma in tutto il mondo, attraverso la diffusione di solare ed eolico per cui si stima un installato di 1000 gigawatt già nel 2030. 

 

Aumentare l'efficienza energetica, diminuire i consumi

Oltre allo sviluppo del mix energetico delle rinnovabili, la riduzione dei consumi sarà essenziale per contenere sia le emissioni sia i costi dell'energia per i consumatori e l'industria. La proposta del pacchetto "Fit for 55" è alzare l'asticella sugli obiettivi di efficienza energetica e renderli vincolanti, per conseguire entro il 2030 una riduzione complessiva del 36-39% del consumo di energia finale e primaria.

Per ridurre i consumi la Commissione propone di imporre agli stati membri di ristrutturare ogni anno almeno il 3% della superficie coperta totale di tutti gli edifici pubblici, fissare un parametro di riferimento del 49% di energie rinnovabili negli edifici entro il 2030, aumentare dell'1,1% all'anno l'uso di energie rinnovabili per il riscaldamento e raffrescamento.

Altri provvedimenti del pacchetto "Fit for 55" riguardano le revisioni delle direttive sulla fiscalità energetica, le infrastrutture per i carburanti alternativi e i regolamenti sulle emissioni dei settori non Ets (trasporti, civile, agricoltura, rifiuti e piccola industria), sull’uso del suolo e sulle emissioni di auto e furgoni.

 

Oltre il "Fit for 55": progetti per l'innovazione tecnologica per le industrie a consumo critico

Per la prima volta dalla creazione del "Fondo per l'innovazione", l'Unione europea ha destinato 118 milioni di euro in 32 piccoli progetti innovativi in 14 stati membri. I fondi sosterranno progetti volti a introdurre sul mercato tecnologie a basse emissioni di carbonio per le industrie ad alta intensità energetica, serviranno a promuovere le tecnologie dell'idrogeno, lo stoccaggio di energia e le rinnovabili. Oltre a queste sovvenzioni, 15 progetti in 10 stati dell'Ue e in Norvegia beneficeranno di assistenza fino a 4,4 milioni di euro durante la fase di sviluppo allo scopo di migliorarne il livello di maturità.

 

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