La sfida green di edilizia ed energia

Cingolani: 《Il mondo non va nella stessa direzione dell'Europa. Accelerare il processo di transizione mieterà vittime》

L'Italia è pronta ad affrontare le sfide della transizione verde? Quali sono gli ostacoli e quali le misure da adottare per ridurre gli inevitabili effetti collaterali, come la ricostruzione del tessuto delle Pmi e l'innovazione dei modelli di business? La transizione implica un cambiamento da realizzare velocemente a partire dai territori, in un'intesa 

 

Edilizia al centro della strategia circolare

Uno dei settori che sarà chiamato a fare da traino a questa rivoluzione verde è l'edilizia, settore da cui ci si aspetta grandi risposte per quanto riguarda la riduzione delle emissioni, quella dei consumi e della creazione di nuovi posti di lavoro. Gli edifici italiani rappresentano più di un terzo dei consumi energetici del paese e la maggior parte è stata realizzata prima dell’adozione dei criteri per il risparmio energetico.

Al fine di traguardare la decarbonizzazione completa del settore civile prevista per il 2050 dalla Long Term Strategy e dalla Renovation wave, è necessario promuovere la rapida conversione energetica del parco immobiliare, favorendo le riqualificazioni e la trasformazione in edifici ad energia "quasi zero".

Oggi il settore edilizio gioca un ruolo cruciale ed è tenuto ad agire con urgenza anche rispetto ai temi del Green Deal europeo, a cui si è cercato di trovare risposte nel pacchetto "Fit to 55", dove è richiesto al settore pubblico di ristrutturare il 3% dei suoi edifici ogni anno in modo da incentivare l'ondata di ristrutturazioni, creare posti di lavoro e ridurre il consumo di energia e i costi per i contribuenti. Il pacchetto fissa per l'edilizia un parametro di riferimento del 49% di energie rinnovabili da installare negli edifici entro il 2030 e di aumentare dell'1,1% all'anno l'uso di energie rinnovabili per il riscaldamento e raffrescamento.

Per l'Italia è necessario trovare un nuovo modello sostenibile per le costruzioni in linea con gli obiettivi europei e quelli fissati nel Pnrr che ha messo sul piatto 30 miliardi solo per la riqualificazione edilizia e le opere di efficientamento energetico.

Più in generale è opportuno ricordare che dei 222 miliardi di euro di investimenti del Pnrr, quasi metà (48%) riguardano il settore delle costruzioni. Parliamo di 107,7 miliardi destinati interamente all’edilizia pubblica e privata per accompagnare l’Italia verso la rivoluzione verde e digitale delle infrastrutture.

In questo nuovo scenario l'alleanza tra pubblico e privato diventa centrale per raggiungere l'obiettivo secondo cui il reale valore di un'impresa non è più determinato solo dal livello di profitto o dalla pura redditività, ma è strettamente connesso al valore che l'impresa può generare per la collettività.

《Il futuro guarda a città e infrastrutture sempre più green, fulcro di un nuovo modo di costruire e riqualificare l'esistente - commenta Regina De Albertis, presidente di Assoimpredil Ance - Il modello culturale di sviluppo legato alla generazione sostenibile deve essere un modello resiliente, espressione di un mondo che cambia velocemente. Le attività legate al mercato dell'economia circolare diventeranno uno dei settori strategici delle costruzioni e rappresentano già oggi uno dei percorsi di riconfigurazione delle imprese edilizie》.

Per il settore costruzioni diventa sempre più prioritario affrontare il tema della circolarità  dei materiali edilizi e di quelli derivanti dagli scavi e dalle demolizioni secondo un approccio di rigenerazione del parco edifici già esistente.

Affrontare la circolarità di un progetto edilizio significa avere una visione strategica nella riqualificazione urbana e del territorio, con l'obiettivo di dare nuova vita alle aree dismesse e degradate per creare nuovi eco-quartieri per la salvaguardia del patrimonio storico italiano. In questo senso si può parlare di sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei progetti edilizi. È proprio in questo scenario che nascono i "cantieri 5.0", luoghi di riqualificazione in cui si mette al centro la ricerca e la sperimentazione per migliorare le prestazioni green attraverso l'utilizzo di materiali e prodotti edilizi che presentano performance tecniche più innovative e minori impatti ambientali.

 

Una transizione da gestire con cura

Oltre alla riqualificazione del settore edilizio, che ha come obiettivo quello di efficientare i consumi, il Pnrr punta a spingere sull'elettrificazione dell'industria meno impattante per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Una sfida che impone l'installazione ogni anno di 8 gigawatt di energia rinnovabile per rientrare negli obiettivi del 2030. Un obiettivo che, visti i tempi delle procedure burocratiche sull'installazione degli impianti, rischia di fare un buco nell'acqua. I conti sono presto fatti: con una catena dei permessi che oggi occupa una finestra temporale di 1.500 giorni nessuna impresa è disposta a investire condannando l'Italia a centrare gli obiettivi energetici del Pnrr nel 2090.>

Ma non tutto sembra perduto, perché si stanno dando i primi promettenti passi in alcuni territori che faranno da apripista alla rivoluzione verde in Italia ed Europa.

In questa epoca di transizione alcune isole del Mediterraneo infatti, come le Baleari in Spagna e la Sardegna in Italia, avvieranno a breve progetti per diventare territori unici in Europa sotto l'aspetto energetico, fra i pochi esempi al mondo di aree del tutto prive di CO2.

Ne è convinto Francesco Starace, amministratore delegato dell'Enel che ha spiegato come siano allo studio piani capaci di sviluppare in Sardegna investimenti sull'intera filiera da qui al 2030 di 15 miliardi di euro, generando un indotto più che doppio e una occupazione di 15 mila addetti qualificati e specializzati. Dalle auto elettriche nei luoghi turistici ai porti liberi dal gasolio. La Sardegna diventerebbe così un banco di prova per tutto il Mediterraneo.

Una cosa pare certa: che entro il 2025 tutti gli impianti a carbone di Enel presenti sull'isola saranno dismessi e che la produzione di energia passerà a essere green al 100%.

A confermarlo sarebbero le parole dello stesso ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani che, in un'intervista alla "Nuova Sardegna" ha affermato che 《Tutto ciò che va a carbone va chiuso al più presto, compatibilmente con la sicurezza della rete, i posti di lavoro e i piani delle imprese. - ha detto Cingolani - In ogni caso non è che lo spegnimento di una centrale a carbone possa avvenire dall'oggi al domani: sono processi articolati, che andranno di pari passo con la realizzazione dei due terminali a gas, previste dalla legge proprio per le due più importanti aree industriali》. Il ministro si dimostra quindi possibilista per un utilizzo ancora a corto termine del metano compatibile con le tempistiche della transizione ecologica.

La Sardegna è un esempio di questa transizione, secondo l'ad di Enel Francesco Starace, un simbolo potente dei benefici, ma anche delle perturbazioni che a livello politico e sociale può arrecare la transizione ecologica. 

《Questa transizione - dice Starace - è inevitabile. Il dubbio è se arriverà in maniera turbolenta o ordinata. Se fosse turbolenta significa che coloro che si attiveranno per primi soffriranno meno, se fosse ordinata invece coloro che attueranno prima degli altri godranno di maggiori benefici. In ogni caso è meglio affrontare subito le criticità  che si prospettano all'orizzonte, la transizione ridurrà il profilo di rischio e aumenterà l'occupazione stimolando l'imprenditoria》.

Su questa prospettiva suggerita da Francesco Starace, cioè che dalle grandi rivoluzioni nascono anche le grandi opportunità è necessario aggiungere secondo il ministro Cingolani che queste rivoluzioni avvengono sempre su un asse temporale che necessita una prospettiva ampia e che la transizione non sarà gratis. Ma che sarà "un bagno di sangue" perché siamo già in ritardo per attuare la trasformazione che a livello globale è richiesta.《Se pretendiamo accelerare questo processo rendendolo insostenibile a livello sociale per il resto del mondo - ribatte Cingolani -  le vittime saranno troppe, se lo faremo troppo lentamente le vittime saranno troppe lo stesso, però nel primo caso moriranno di fame, nel secondo moriranno per le conseguenze ambientali e climatiche》.

 

Idrogeno ed elettrico: le tecnologie abilitanti

Nei piani di Enel, per esempio, l'idrogeno rinnovabile sarà uno dei protagonisti della transizione energetica; se nell'arco dei prossimi 10 anni si riuscissero a ridurre i suoi costi del 60/70% questo vettore energetico ci libererebbe dalla schiavitù delle fonti fossili. Gli sforzi di oggi serviranno per rendere l'industria dell'idrogeno competitiva utilizzando la enorme versatilità di questa molecola per produrre anche nuovi combustibili a basso impatto ambientale.

Per quanto riguarda il futuro dell'automobile Enel sembra escludere vi possano essere grandi sviluppi dell'idrogeno quanto piuttosto un'esplosione del mercato dell'elettrico a batteria. Vanno in questa direzione infatti i piani dell'azienda che ha in progetto di creare al fianco dei colossi dell'auto le infrastrutture e gli avanzamenti tecnologici sulle nuove batterie che permetteranno di abbattere i costi e aumentare le performance durante i prossimi 5 anni.

Quelle dell'automotive e dell'energia sono tecnologie che, affiancate a tutte le altre, guideranno il futuro della decarbonizzazione, una sfida che si deve affrontare con le unghie e con i denti, utilizzando al meglio le soluzioni che la scienza offre in questo momento. Non è un caso che il ministro Cingolani faccia riferimento a uno 《scontro ideologico inaccettabile》 quando sostiene che alcuni non vogliono in questo frangente scendere a compromessi imponendo troppi veti su una serie di tecnologie energetiche (mature o emergenti) necessarie e complementari per combattere la battaglia sul clima. Se l'obiettivo del 2050 è quello di registrare un saldo netto di CO2 uguale a zero è centrale comprendere che serviranno tecnologie, oltre alle rinnovabili, in grado di compensare le emissioni che si continueranno ad emettere, e servirà un cambio di mentalità profondo per capire che in questa staffetta per la salvaguardia del pianeta è opportuno fare ricorso all'ingegno e alla scienza piuttosto che all'ideologia.

 

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