La Governance della sostenibilità

I tempi sono cambiati: per accedere più facilmente al credito, le iniziative imprenditoriali considerate meno rischiose sono quelle che creano un valore condiviso e un positivo impatto sociale e ambientale. Lo confermano le scelte dei più grandi fondi di investimenti come la Banca Mondiale e la Banca Europea per gli investimenti (Bei), che hanno ampliato i criteri di valutazione dei rischi oltre il mero aspetto economico. Oggi il rispetto di fattori di natura ambientale, sociale e di governance sono diventati fondamentali.

 

I criteri Esg

Comunemente sono denominati criteri Esg, acronimo formato dalle iniziali delle tre parole inglesi environmental, social e governance. Quando si parla di “environmental” ci si riferisce all’impatto che un’iniziativa ha sull’ambiente e sul territorio, tematica cruciale nel contesto odierno di transizione ecologica, con “social” ci si focalizza sull’impatto sociale, mentre “governance” attiene agli aspetti interni all’azienda. 

Al di là della valutazione sulla gestione finanziaria, oggi conta anche l’impegno nel perseguire risultati etici e responsabili. Le conseguenze nel settore degli investimenti sono evidenti poiché la selezione delle iniziative dovrà orientarsi verso una sostenibilità ad ampio spettro. Seguire criteri Esg permette all’azienda un maggior allineamento con gli interessi degli investitori e le conferisce un vantaggio competitivo grazie a una migliore gestione di risorse e rischi. In media le aziende con punteggi Esg elevati hanno costi del capitale e del debito inferiori rispetto a quelle con punteggi Esg bassi: punteggi Esg alti consentono dunque di ottenere costi di finanziamento più bassi e valutazioni di mercato più elevate.

 

Integrare la sostenibilità nella Governance 

«Le aziende che integrano la sostenibilità nella governance e nella gestione attraverso più forme (comitati, remunerazione legata a Esg, competenze di sostenibilità, task force manageriali) hanno performance Esg in media significativamente superiori rispetto alle aziende che integrano la sostenibilità solo in alcuni aspetti», sottolinea l’indagine “Osservatorio Governance della sostenibilità” prodotta da Csr Manager Network e Altis con il supporto di Assonime. Ad esempio, «le aziende che hanno un comitato con deleghe alla sostenibilità e che legano la componente variabile dello stipendio percepito dagli amministratori esecutivi e dagli amministratori delegati a obiettivi di sostenibilità, in media, hanno performance Esg superiori (72,5) rispetto a quelle che adottano solo una di queste iniziative, mentre le aziende prive di entrambe hanno performance basse (47,7)».

Le modifiche al Codice di Corporate Governance approvate nel gennaio 2020 e operative da quest’anno costituiscono una vera e propria evoluzione poiché introducono il principio del successo sostenibile, definito come «obiettivo che guida l’azione dell’organo di amministrazione e che si sostanzia nella creazione di valore nel lungo termine a beneficio degli azionisti, tenendo conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti per la società». Le imprese devono mettere in atto veri e propri piani di cambiamento che incideranno su comportamenti e modelli di sviluppo, in quanto gli obiettivi di business si fonderanno coi principi di sostenibilità al fine di creare valore a lungo termine e a beneficio non solo degli azionisti, ma di tutti gli stakeholder interessati: la nuova governance dunque tiene conto di tutti i soggetti a vario titolo interessati alle sorti aziendali e di tutti i meccanismi che condizionano la capacità dell’impresa di creare valore. La sostenibilità dovrà essere integrata nei processi di pianificazione strategica e nelle politiche di remunerazione; gli obiettivi ambientali, sociali e di governance dovranno essere fissati nei piani strategici per garantire l’effettiva implementazione di politiche di sostenibilità attraverso attività misurabili, per impedire un mero greenwashing che non trova riscontri in una reale sostenibilità d’impresa.

Molte banche hanno istituito comitati manageriali sulla sostenibilità e integrato i parametri di sviluppo sostenibile relativi soprattutto alle politiche creditizie di investimento nei business plan e nei sistemi di incentivazione del top management – amministratori delegati e dirigenti con responsabilità strategiche – tradotti in politiche di remunerazione in termini di key performance indicator (Kpi) su emissione di green bond, prodotti green, sustainability loan, sustainable investment e green transition loan. 

I settori finanziario e bancario possono dunque contribuire ad accelerare la transizione energetica e supportare lo sviluppo sostenibile non solo attraverso la loro attività consulenziale alle imprese, le politiche di erogazione del credito e gli investimenti, ma anche integrando la sostenibilità nella governance.

 

 

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