Rinnovabili ed efficienza energetica: l’urgenza di semplificare

La transizione energetica esige misure concrete per conseguire i suoi ambiziosi obiettivi. 

I meccanismi di sostegno alle energie rinnovabili e la semplificazione degli iter burocratici per l’installazione degli impianti mirano ad agevolare il passaggio a un’economia verde; in questo modo l’industria nazionale potrà sfruttare i finanziamenti europei e iniziare a percorrere un sentiero di crescita più sostenibile.

 

Gestione e monitoraggio degli investimenti

Il punto di partenza oggi sono senza dubbio l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, per intraprendere la strada della decarbonizzazione. Lo sa bene il Gestore dei servizi energetici (Gse), che monitora gli impatti economici, occupazionali e sociali degli investimenti in questo senso, come si legge sul Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec): «L’attività di monitoraggio sarà sviluppata su differenti set di indicatori in grado di misurare l’efficacia delle politiche, il livello di raggiungimento dei diversi target, ma anche aspetti economici quali investimenti e impatti occupazionali nei vari settori, in continuità con quanto svolto dal Gse sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica; a tale scopo, il Gse realizzerà una piattaforma di monitoraggio del Piano, ove far confluire dati e informazioni di diversa provenienza». Il Pniec sottolinea anche il particolare rilievo delle funzioni del Gse, in quanto «responsabile della gestione e del monitoraggio dei meccanismi di sostegno alle energie rinnovabili – nel settore elettrico, termico e dei trasporti – e all’efficienza energetica».

Il Gse, che gestisce operativamente gran parte delle risorse destinate alla sostenibilità  – negli scorsi dieci anni circa 140 miliardi di euro, di cui 15 miliardi nell’ultimo anno – orienta dunque le scelte delle imprese verso obiettivi sostenibili, come afferma il presidente Francesco Vetrò, e favorisce la generazione di valori comuni nelle filiere produttive, collaborando con svariati interlocutori, pubblica amministrazione, imprese, istituti finanziari, enti di ricerca e di formazione, al fine di condividere aree d’azione, criteri di valutazione degli impatti economici, sociali e ambientali, obiettivi e percorsi sostenibili.

Il Gse è anche responsabile del collocamento per l’Italia delle aste Ets (Emission Trading System, strumento fondamentale della politica dell’Unione europea per ridurre le emissioni di CO2 causate dai settori industriali più inquinanti), di cui gestisce i proventi trasferendoli alla Tesoreria dello Stato: secondo le previsioni Gse, nel 2021 questi proventi consentirebbero di destinare alla ripresa e alla sostenibilità 2 miliardi di euro.

 

La necessità di semplificare

In questo scenario, diventano impellenti pianificazioni territoriali e misure di semplificazione delle autorizzazioni. Se non si procede a snellire gli iter burocratici, l’Italia rischia di non raggiungere gli obiettivi climatici, sprecando i finanziamenti europei e penalizzando gravemente l’industria nazionale.

L’attuale governo ha manifestato la volontà di sveltire le pratiche per l’installazione degli impianti rinnovabili utility scale e revisionare le autorizzazioni ambientali, in particolare la Valutazione di impatto ambientale (Via), iniziative apprezzate da Confindustria, come afferma il presidente del gruppo tecnico Energia Aurelio Regina, che segnala anche la necessità di rimuovere gli impedimenti in cui si imbattono gli operatori all’ora di realizzare interventi di efficienza energetica. Va proprio in questa direzione il “Decreto semplificazioni” (Decreto Legge 31 maggio 2021, 77), Governance del Piano nazionale di rilancio e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure, che velocizza l’attuazione delle opere previste dal Recovery Plan, riducendo a una durata massima di 130 giorni la procedura per la valutazione di impatto ambientale dei progetti attuativi del Pniec, dei progetti rientranti nel Pnrr e quelli finanziati dal fondo complementare, oltre a semplificare l’iter autorizzativo per la produzione di energia da fonti rinnovabili, per gli impianti di accumulo di energia elettrica e per il repowering degli impianti esistenti.

Aurelio Regina auspica anche un intervento sui titoli di efficienza energetica (Tee, o certificati bianchi, emessi dal Gestore dei mercati energetici sulla base di interventi di risparmio energetico), molto efficaci per razionalizzare e rendere efficiente a livello energetico molta parte dell’industria manifatturiera italiana. 

 

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