Il Pnrr per il mare, grandi obiettivi e scarse risorse

Per realizzare gli obiettivi del Green Deal, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha destinato ingenti risorse alla lotta al cambiamento climatico e alla sostenibilità ambientale; tuttavia le risorse riservate al mare sembrano insufficienti di fronte all’entità dei problemi da risolvere. 

Gli interventi previsti dal Pnrr riguardano il ripristino e la tutela dei fondali e degli habitat marini, il miglioramento della sostenibilità ambientale dei porti e il loro efficientamento energetico.

 

Ripristino e tutela dei fondali e degli habitat marini 

Per quanto riguarda la tutela dei mari italiani, il  Pnrr prevede principalmente due interventi.

Nell’ambito della missione 2 (“Rivoluzione verde e transizione ecologica”) vengono destinati 400 milioni di euro per il ripristino e la tutela dei fondali e degli habitat marini; con il supporto di Ispra, le attività prevedono il monitoraggio dei fondali marini attorno alle coste per individuare le zone più idonee alla creazione di aree marine protette e anche per ripristinare i fondali particolarmente compromessi.

«Ad oggi, il 19,1% delle acque nazionali è sottoposto a misure di conservazione, tuttavia questa percentuale deve aumentare significativamente per raggiungere gli obiettivi dell’Unione europea di protezione della biodiversità al 2030. (...) Il piano sviluppato prevede interventi su larga scala per il ripristino e la protezione dei fondali e degli habitat marini nelle acque italiane, finalizzati a invertire la tendenza al degrado degli ecosistemi mediterranei potenziandone la resilienza ai cambiamenti climatici e favorendo così il mantenimento e la sostenibilità di attività fondamentali non solo per le aree costiere, ma anche per le filiere produttive essenziali del Paese (pesca, turismo, alimentazione, crescita blu)». 

 

Operazione porti verdi

Il secondo progetto, detto Operazione porti verdi, rientra nella missione 3 (“Infrastrutture per una mobilità sostenibile”) e riguarda gli «interventi per la sostenibilità ambientale dei porti (Green Ports). Il progetto Green Ports, che vede come attuatori le nove AdSP [autorità di sistema portuale] del centro-nord, si pone come obiettivo quello di rendere le attività portuali sostenibili e compatibili con i contesti urbani portuali attraverso il finanziamento di interventi volti all’efficientamento e alla riduzione dei consumi energetici delle strutture e delle attività portuali. Altro principio cardine del progetto è la promozione della sostenibilità ambientale delle aree portuali. Il progetto Green Ports, inoltre, mira a promuovere la conservazione del patrimonio naturalistico e della biodiversità. Nel caso di specie, l’obiettivo di carattere ambientale sarà perseguito attraverso interventi di miglioramento dell’efficienza energetica e di promozione dell’uso di energie rinnovabili nei porti. Si ritiene che il progetto sia destinato a dare un contributo alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030» (fonte: Pnrr). 

L’obiettivo di questi interventi per la sostenibilità ambientale dei porti, a cui sono stati destinati risorse per 270 milioni di euro, è dunque ridurre le emissioni di CO2 delle attività portuali, comprese le navi in banchina, e limitare i fumi inquinanti che rendono molto complicata la convivenza tra aree urbane e aree portuali; queste attività, già avviate in alcuni porti del sud grazie ai Fondi strutturali, verrà estesa ai porti del centro e del nord Italia, come Civitavecchia, Genova e Trieste, che potranno così migliorare il loro grado di efficienza energetica.


Porto di Genova

Le navi oceanografiche

Tra gli investimenti previsti nel Recovery plan, la missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” prevede anche, alla voce “Ripristino e tutela dei fondali e degli habitat marini”, l’ampliamento della flotta destinata ad attività di monitoraggio dello stato del mare: «Un’adeguata mappatura degli habitat dei fondali marini e il monitoraggio ambientale sono un prerequisito per definire misure di protezione efficaci. A tal fine, si intende rafforzare il sistema nazionale di ricerca e osservazione degli ecosistemi marini e costieri, anche aumentando la disponibilità di navi da ricerca aggiornate (attualmente carenti). Obiettivo è avere il 90% dei sistemi marini e costieri mappati e monitorati, e il 20% restaurati».

Queste navi “oceanografiche” – in Italia sono attive l’Astrea e la Lighea di Ispra e le imbarcazioni delle agenzie regionali e degli istituti di ricerca – sono dotate di strumentazioni particolari e specifiche per il mare, «come le sonde, dei cilindri che vengono calati attraverso funi e verricelli e monitorano e misurano temperatura, salinità e ossigeno disciolto. Sono parametri che servono a capire come le masse d’acqua si muovono: al di là del moto ondoso superficiale, l’acqua del mare anche a notevoli profondità si muove con velocità molto basse, nell’ordine di centimetri al secondo e in alcuni casi si arriva a metri al secondo. Questo movimento è essenziale perché determina un trasporto di nutrienti e ossigeno che rende possibile la vita sul fondo del mare» spiega Giordano Giorgi, fisico e ricercatore Ispra, che ricorda anche che i mari hanno una dimensione verticale ignota, con montagne sottomarine e canyon in cui prolifera la vita (si pensi al mar Tirreno che ha una profondità media di due mila metri, con picchi di 3500-3600 metri). « Conosciamo molto più in dettaglio il suolo lunare che il fondo del mare», afferma Giorgi.

Grazie ai veicoli teleguidati dai cavi attaccati alle navi oceanografiche – i cosiddetti rov, remotely operated vehicle – e attraverso gli ecoscandagli è possibile, con il riflesso delle onde sonore e le riprese televisive, ottenere una rappresentazione del fondo del mare e iniziare a conoscere un po’ meglio l’habitat e il fondo marino. 

Per il monitoraggio del moto ondoso l’Ispra si avvale anche di una rete di boe fisse – con un diametro di due metri e alte due metri – ancorate sul fondo del mare con cavi d’acciaio e altri strumenti.


Strumentazioni su una nave oceanografica 

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