IVSM: l’indice della discordia

L’Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale, dai più ignorato fino ad oggi, ma che incide sui risultati delle graduatorie dei progetti di rigenerazione presentati dai Comuni, ha scaturito molte critiche.

 

di Stefano Biagiotti, docente a contratto di Economia e Politiche dell’ambiente Universitá telematica Pegaso.

A seguito dell’approvazione della graduatoria dei progetti ammessi al bando, di cui all’art. 1 comma 42 della legge n. 160/2019 – con il Decreto del Ministero dell’Interno del 31 dicembre 2021 per l’assegnazione di contributi ai comuni per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla  riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale – l’Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale è diventato l’indice della discordia.

Figura 1 – Mappa dei rischi comune di Sant’Antimo (Napoli) – Primo comune della graduatoria beneficiari IVSM (2018) 119,64 – (Fonte: Istat).



Da una parte le Amministrazioni Comunali, risultate ammesse ma non beneficiarie, hanno contestato l’indice e dall’altra le opposizioni, nei Consigli Comunali, lo hanno utilizzato per costruirci delle lotte di discredito nei confronti degli amministratori accusandoli di incapacità progettuale.

L’Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale, come previsto nel bando, è stato utilizzato per stilare le graduatorie in quanto le richieste, pari a 4.277.384.625,56 euro, sono risultate superiori alla somma stanziata di 3.400.000,00 euro; per tale ragione alcuni Comuni non hanno potuto beneficiare dell’aiuto, essendo venuti a mancare 878.113.448,61 euro.

Figura 2 – Mappa dei rischi comune di Poggibonsi (Siena) –  Comune della graduatoria beneficiari IVSM (2018) 99,13 – (Fonte: Istat).



Nel bando era chiaro che, nel caso l’entità delle richieste pervenute fosse stata superiore all’ammontare delle risorse disponibili, le graduatorie avrebbero tenuto conto della quota riferita alla progettazione esecutiva e alle opere, a favore dei Comuni che avessero  presentano un valore più elevato dell’Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale (IVSM).

A seguito della pubblicazione del Decreto l’ANCI, nella persona del suo presidente Antonio Decaro, ha richiesto l’integrazione del fondo per vedere approvati tutti i progetti risultati ammissibili, e il Governo nella recente legge di bilancio ha ritenuto prevedere un maggior stanziamento.

Ma cosa è questo Indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale (IVSM) riferito all’anno 2018, che in questi ultimi giorni è diventato tanto importante per i comuni beneficiari dei contributi e per quelli esclusi?

L’IVSM è un indice implementato dall’Istituto di Nazionale di Statistica (Istat) ed è «un indicatore composito costruito attraverso la sintesi di sette indicatori riferiti alle dimensioni della vulnerabilità sociale e materiale ritenute più rilevanti per la formazione di una graduatoria nazionale dei comuni», più l’indicatore è basso e minore è la vulnerabilità. L’utilizzo di un indice composito semplifica l’analisi di fenomeni socio-economici in serie storica e territoriale.

Il modello di calcolo dell’indicatore composito deriva dalle variabili messe a disposizione nel 2011 dal Censimento della Popolazione e delle Abitazioni.

L’IVSM è stato inserito fra gli indicatori del sistema di diffusione dei dati censuari “8milaCensus” riprendendo il concetto proposto in letteratura che definisce la vulnerabilità quale condizione in cui “l’autonomia e la capacità di autodeterminazione dei soggetti sono permanentemente minacciate da un inserimento instabile dentro i principali sistemi di integrazione sociale e di distribuzione delle risorse”.

L’IVSM è costituito dai seguenti indicatori:

 

  1. incidenza percentuale delle famiglie monogenitoriali giovani (età del genitore inferiore ai 35 anni) o adulte (età del genitore compresa fra 35 e 64 anni) sul totale delle famiglie;

  2. incidenza percentuale delle famiglie con 6 e più componenti;

  3. incidenza percentuale della popolazione di età compresa fra 25 e 64 anni analfabeta e alfabeta senza titolo di studio;

  4. incidenza percentuale delle famiglie con potenziale disagio assistenziale, ad indicare la quota di famiglie composte sole da anziani (65 anni e oltre) con almeno un componente ultaottantenne;

  5. incidenza percentuale della popolazione in condizione di affollamento grave, data dal rapporto percentuale tra la popolazione residente in abitazioni con superficie inferiore a 40 mq e più di 4 occupanti o in 40-90 mq e più di 5 occupanti o in 60-70 mq e più di 6 occupanti, e il totale della popolazione residente in abitazioni occupate;

  6. incidenza percentuale di giovani (15-29 anni) fuori dal mercato del lavoro e dalla formazione scolastica;

  7. incidenza percentuale delle famiglie con potenziale disagio economico, ad indicare la quota di famiglie giovani o adulte con figli dei quali nessuno è occupato o percettore di pensione per precedente attività lavorativa.

 

Figura 3 – Mappa dei rischi comune di Siena – Comune ammissibile ma non beneficiario IVSM (2018) 98,01 – (Fonte Istat).



Ecco che con gli indicatori di cui sopra viene definito il disagio assistenziale, l’affollamento abitativo, il mercato del lavoro, la formazione e il disagio economico.

L’indice composito ISVM ha come caratteristiche la non sostituibilità degli indicatori elementari, la comparabilità spaziale, la comparabilità nel tempo in termini assoluti, la semplicità e trasparenza di calcolo, la robustezza ed immediata fruizione e l’interpretazione dei risultati.

Ciò premesso, essendo previsto nel bando che la selezione dei progetti da finanziarie dipendeva anche dall’indice ISVM, poco è da contestare: chi ha un indice di vulnerabilità maggiore “scala la graduatoria”.

A parere dello scrivente, essendo questa una misura finanziata da risorse del PNRR, sarebbe stato opportuno – per una più equa ridistribuzione delle risorse sull’intero territorio nazionale – prevedere criteri di assegnazione per macro-aree o su base regionale, come fatto in altri bandi finanziati con risorse del PNRR per fare in modo che alcune zone d’Italia non fossero penalizzate, come invece sono state.

L’auspicio è che il Governo proceda speditamente alla verifica e ricognizione delle risorse disponibili, e qualora insufficienti, aumenti lo stanziamento per consentire a tutti i progetti ammissibili di poter beneficiare del contributo, così come richiesto da ANCI.

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