Al via il progetto Natrium, il nucleare di Bill Gates

La centrale nucleare di nuova generazione voluta da Bill Gates prevista per il 2028 nascerà dallo smantellamento del vecchio impianto a carbone di Kemmerer, in Wyoming. Il progetto nucleare avanzato “Natrium” è stato ideato per “cambiare le regole del gioco dell’industria energetica” come ha dichiarato lo stesso Bill Gates, da più di una decade impegnato in attività filantropiche a sostegno degli avanzamenti tecnologici per frenare le emissioni di CO2 e il cambio climatico.

 

TerraPower, l’impresa nucleare sostenuta dal cofondatore di Microsoft Bill Gates, da anni impegnato in attività filantropiche per la riduzione della CO2, ha scelto una centrale elettrica a carbone nel Wyoming in via di smantellamento come posizione per un reattore nucleare dimostrativo di prossima generazione Natrium, frutto della collaborazione fra TerraPower e GE-Hitachi.

Il progetto è uno dei due supportati dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti che ha previsto un finanziamento iniziale di 160 milioni di dollari. Tutto sta a indicare che gli Usa stiano puntando alla tecnologia nucleare di nuova generazione per ridurre drasticamente l’impatto ambientale e le emissioni di gas serra. TerraPower aveva precedentemente annunciato a giugno di costruire il reattore a scopo dimostrativo in uno dei quattro impianti a carbone in pensione della PacifiCorp nel Wyoming, ma l’annuncio dell’altro ieri ha rivelato che sarà installato a Kemmerer e sarà il primo a utilizzare il progetto nucleare avanzato Natrium. La tecnologia Natrium si basa su un reattore veloce raffreddato a sodio con un sistema di accumulo di energia che utilizza sale fuso anziché acqua. Il nocciolo del reattore è situato a diversi metri sotto la superficie del suolo in modo da garantire un maggior livello di sicurezza. L’idea di un reattore sotto terra era stata presentata dallo stesso Bill Gates già nel 2010 nel corso di un TedX a cui era stato invitato per presentare la sua relazione sull’obiettivo zero emissioni.

Il reattore dimostrativo è in grado di produrre 345 megawatt di potenza, sufficiente per servire circa 250mila case. Se necessario, il sistema di accumulo potrebbe aumentare la produzione del sistema a 500 megawatt, sufficienti per 400mila case. «Le persone in tutto il Wyoming ci hanno accolto nelle loro comunità negli ultimi mesi e siamo entusiasti di lavorare con PacifiCorp per costruire il primo impianto di Natrium a Kemmerer», ha dichiarato in un comunicato stampa Chris Levesque, presidente e CEO di TerraPower. «La nostra tecnologia innovativa contribuirà a garantire la produzione continua di elettricità affidabile e allo stesso tempo la transizione del nostro sistema energetico e la creazione di nuovi posti di lavoro ben retribuiti nel Wyoming».

 

L’utilizzo del sodio liquido come agente di raffreddamento invece dell’acqua è pensato per ridurre il rischio di incidenti dal momento che il sodio ha un punto di ebollizione più alto e può assorbire più calore dell’acqua, il che significa che l’alta pressione non si accumula all’interno del reattore, scongiurando il rischio di un’esplosione. Proprio ciò che ha contribuito invece al disastro del 2011 presso l’impianto nucleare di Fukushima Daiichi in Giappone, quando uno tsunami ha spento i generatori diesel che facevano funzionare il suo sistema di raffreddamento di riserva, contribuendo a una fusione e al rilascio di materiale radioattivo.

Gli impianti Natrium non richiedono una fonte di energia esterna per far funzionare i propri sistemi di raffreddamento, il che potrebbe però rappresentare una vulnerabilità in caso di arresto di emergenza. Anche l’incidente di Chernobyl nel 1986 fu causato da mancanza di corrente nel corso di un test ideato allo scopo di verificare quanta energia avrebbe potuto continuare a produrre il reattore in caso di black out. 

Il reattore Natrium usa un combustibile metallico ad alto dosaggio di uranio a basso arricchimento. Si chiama Haleu ed appartiene a una nuova classe di combustibili nucleari in cui il contenuto di isotopo di uranio-235 è superiore al 5% ma inferiore al 20%. L’uso dell’Haleu concorre a rendere più compatte le dimensioni del nocciolo.

 

I pro e i contro

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) in fase di progettazione, in confronto a quelli esistenti, i mini reattori nucleari sono più semplici e più sicuri perché basati su sistemi passivi di controllo (minore o assente intervento umano) e su caratteristiche di sicurezza del disegno stesso del reattore, quali la bassa potenza e la pressione di esercizio. Queste caratteristiche eliminano il rischio di gravi danni al nocciolo del reattore e quindi il potenziale di grandi rilasci di radionuclidi in caso di incidente.

Diversamente, il punto di vista della Union of Concerned Scientists (UCS) mette in luce alcuni possibili rischi avvertendo i responsabili politici, i regolatori, i privati e gli investitori a verificare a fondo le affermazioni che gli sviluppatori di questa nuova generazione di reattori non raffreddati ad acqua stanno facendo e valutare accuratamente le prospettive per uno sviluppo di successo e sicuro, protetto ed economico. “Data l’urgenza della crisi climatica, una rigorosa valutazione di queste tecnologie aiuterà la nostra nazione e le altre a non sprecare tempo o risorse nel perseguimento di tecnologie ad alto rischio”. Le domande chiave da considerare sono: quali i vantaggi e i rischi dei nuovi reattori e dei cicli delle scorie? Quali i probabili benefici complessivi? I rischi giustificano gli investimenti pubblici e privati necessari per commercializzarli? Possono essere adottati anche dagli altri Paesi in modo sicuro e in tempi rapidi per contribuire in modo significativo ad evitare la crisi climatica?

 

 

 

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