Dallo sciacquone al bicchiere, l’acqua del WC pubblico da bere

Unendo l’expertise del design francese e le conoscenze tecnologiche e ambientali dei centri di ricerca internazionali, sono stati ideati i primi servizi igienici autonomi con scarico riciclato (Water Recycling Eco Toilet – abbreviato Wret) per promuovere la transizione ecologica dei bagni pubblici urbani. Le toilette ecologiche convertono l’urina in acqua pulita, fornendo una risposta ai problemi ambientali del risparmio idrico, attraverso l’uso di un sistema integrato e autonomo di riciclo delle acque reflue.

 

Il mondo potrebbe affrontare un carenza idrica globale del 40% entro il 2030 a causa  del riscaldamento globale e dell'aumento dei consumi. È l’allarme lanciato dal Rapporto mondiale delle Nazioni unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2020. Secondo il rapporto, circa 4 miliardi di persone già vivono in condizioni di grave scarsità di acqua per almeno un mese all’anno e, in un futuro non troppo lontano, si preannunciano gravi carenze idriche per più di un miliardo di persone, a meno che le forniture di acqua non aumentino di circa il 50% e l’accesso non sia distribuito in modo più uniforme. In questo scenario, la tecnologia per il trattamento delle acque reflue può fornire una risposta al problema legato alla scarsità di acqua. Una delle soluzioni è rendere nuovamente potabile l’acqua di scarico dei nostri WC. Come?

Il traguardo è stato raggiunto da Cécile Dekeuwer, insieme con la sua start-up francese WeCo, che fondata nel 2014, progetta servizi igienici autonomi ed ecologici. «Afflitti da problemi relativi all’accesso ai servizi igienici in tutto il mondo e allo spreco di acqua, concentriamo le nostre risorse per fornire a tutti servizi igienici sostenibili e attraenti per i nostri utenti» spiega l’azienda. «La nostra start-up è stata premiata in numerose occasioni da attori internazionali come la Bill & Melinda Gates Foundation, l’Agenzia Nazionale Cinese del Turismo, Water Europe, la Commissione Europea, la ONG Europea Climate KIC, ADEME, il Segretariato Generale degli Investimenti francese».

 

 

La tecnologia elaborata da WeCo permette il trattamento e il recupero delle acque reflue, quasi all’infinito in un circuito chiuso. Questa innovazione consente di risparmiare i miliardi di litri d’acqua che normalmente vengono sprecati nello scarico ottenendo acqua pulita potabile da cui i batteri e virus vengono rimossi al 99,99% entro 2 ore.

WeCo utilizza 36 volte meno acqua rispetto ad altri servizi igienici: in un anno la toilette pubblica ecologica utilizza 6mila litri d'acqua contro i 219mila di un bagno pubblico tradizionale. Ogni toilette produce 10.950 litri di acqua pulita (e 0 litri di acque reflue) all’anno.

I vantaggi di questo sistema non sono solo ecologici, ma anche finanziari: i bagni pubblici WeCo sono da 2 a 5 volte più economici dei normali bagni pubblici in quanto non necessitano di essere allacciati alla rete idrica, che prevede un costo medio di 270mila euro per km di fognatura. I depositi di sversamento delle acque reflue non necessitano di essere svuotati spesso come richiedono i servizi chimici, che hanno costi fino a 27mila euro all’anno. 

 

 

L’utente della toilette WeCo non percepisce la differenza di funzionamento rispetto a una toilette convenzionale. Una volta tirato lo sciacquone, l’acqua e l’effluente (miscela di urina e feci) raggiungono una vasca di sedimentazione. Qui, grazie ad un pretrattamento batteriologico, la maggior parte della materia solida viene trattata, i resti si depositano sul fondo della vasca. I liquidi scaricati passano attraverso il reattore di elettrolisi dove vengono trasformati in acqua sterilizzata e chiarificata. L’acqua viene poi riutilizzata per alimentare lo scarico. Questa combinazione innovativa di azione batterica ed elettrolisi a circuito chiuso consente un riutilizzo pressoché infinito dell’acqua all’interno del sistema.

 

 

Grazie a display didattici che spiegano il funzionamento delle toilette WeCo, l’utente partecipa alla transizione ecologica e comprende il risparmio idrico che consente l’utilizzo di questi servizi igienici.

I bagni pubblici autonomi sono installati in contenitori di spedizione riciclati, sono quindi modulari, mobili e si adattano all’ambiente in cui si trovano.




 

 

  

  

 

  

 

 

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