Imballaggi alimentari verso progetti circolari

Basta entrare in un supermercato per farsi una vaga idea della società in cui viviamo: siamo dei consumatori incalliti non solo di cibi e bevande ma di confezioni di ogni forma e dimensione che lʼindustria alimentare usa per riporre il prodotto sullo scaffale. Come se già non bastasse la sovrapproduzione alimentare, siamo costretti a fare i conti con imballaggi, lattine e plastiche che, nello scenario più ottimista, strabordano dai cassonetti della differenziata.

Siamo talmente abituati ad aprire, stracciare e gettare packaging di ogni genere e materiale che sempre più spesso diventa di primaria importanza porsi la domanda del perché per le aziende alimentari è oggi così importante parlare di sostenibilità degli imballaggi. In un ecosistema in cui persino dagli scarti è possibile reintrodurre nuova materia seconda da riutilizzare nei processi di produzione, il tema della riciclabilità del packaging è sotto i riflettori tanto per le aziende alimentari quanto per i consumatori. 

 

La sostenibilità alimentare in cifre

In questo percorso le imprese possono contare su buone pratiche ormai diffuse; basta guardare nel carrello della spesa per capire che quasi un italiano su tre preferisce lʼacquisto di un prodotto ecosostenibile. È proprio quello che confermerebbe la survey del 2020 di McKinsey&Company “Perspectives on retail and consumer good” condotta su sei paesi. La vera sorpresa viene proprio dai dati registrati in Italia, che conta su un 21% di consumatori abituati ad acquistare in punti vendita specializzati nella promozione di prodotti green e sul 23% che presta attenzione alla qualità del packaging, dando preferenza a imballaggi che oltre a essere ecofriendly risultano anche più igienici e sicuri. Il trend incoraggiante non si limita a questi aspetti. Dai dati di una ricerca dellʼOsservatorio Sostenibilità di Numisma, che ha indagato quanto sarà importante proseguire con lʼacquisto di prodotti rispettosi dell’ambiente una volta conclusasi lʼemergenza sanitaria del Covid-19, emerge che quasi un italiano su due, il 42%, ritiene fondamentale acquisire uno stile alimentare ecosostenibile, incluso dunque lʼutilizzo di un packaging riciclabile. 

Questi dati sono confermati anche dal recentissimo rapporto dell’Osservatorio GS1 che legge i consumi degli italiani attraverso le informazioni dichiarate sulle etichette dei prodotti, monitorando i principali trend di consumo, uno di questi la sostenibilità: oltre un quinto ha riportato un richiamo a questo tema. Si parla di circa 26 mila prodotti che complessivamente hanno realizzato vendite per un totale di 10 miliardi di euro. Un giro dʼaffari cresciuto del 7,6%. Gli imballaggi che riportano claim sull’ambiente sono in continuo aumento: al primo posto si posiziona la compostabilità, che registra una impennata del 44%, a seguire la biodegradabilità della confezione, in crescita del 30%. Il consumatore pone attenzione anche al prodotto realizzato a partire da materiali riciclati, di cui aumenta il consumo del 24% e, ovviamente, a quello riciclabile, che registra una crescita del 12%.

Praticamente tutti i comparti si attivano nella comunicazione della riciclabilità del packaging; congelati, ortofrutta, drogheria alimentare, fresco, cura della casa, carni, bevande, petcare e cura della persona, in tutti questi ambiti lʼattenzione a una miglior comunicazione è cresciuta, segnale che il settore alimentare trova sempre maggior interesse nelle opportunità di riciclo e quindi nella ecosostenibilità degli imballaggi.

 

Il ciclo di vita dell’imballaggio, dal design al cestino

La difesa dei concetti di conservabilità e riuso dell’involucro crea sempre più spesso confusione nei consumatori, come spiega Sara Limbo, docente di Scienze e tecnologie alimentari presso lʼUniversità degli Studi di Milano, perché si stanno contestualmente affacciando nuove tematiche nell’universo dell’imballaggio sostenibile, come biodegradabilità, compostabilità, ecocompatibilità, processi circolari che chiamano in causa anche le fonti rinnovabili, il riciclo, il riutilizzo. Parlare della sostenibilità del packaging significa per lʼindustria alimentare adattare questi concetti alle esigenze di qualità e sicurezza del prodotto, sfida che sarà possibile affrontare solo ripensando i contenitori allʼinterno di un percorso circolare che vede coinvolti i produttori di imballaggio e tutti gli attori della filiera alimentare.

Questo obiettivo è raggiungibile solo ripartendo da zero, dal disegno della soluzione e dalla natura del materiale impiegato, immaginando già dal suo principio lʼintero percorso di fine vita del prodotto.

È in questa visione olistica che giocano il loro ruolo le prestazioni funzionali dellʼimballaggio, sostiene Sara Limbo, condizioni in grado di controllare gli scambi gassosi con lʼesterno, di allungare il ciclo di vita sullo scaffale e di ridurre le perdite e gli sprechi senza andare incontro a condizioni di sotto o sovra imballaggio. Il trucco rimane sempre quello di trovare il giusto equilibrio con lʼobiettivo di trovare le soluzioni più efficienti e più adeguate per rispondere alle condizioni di mercato.

Le variabili da considerare in questo gioco di equilibri sono quelle che misurano tutti i possibili effetti diretti e indiretti generati dalla produzione, dall’uso e dalla fine del ciclo di vita dei materiali del packaging. “Parlare di sostenibilità – dice Sara Limbo – significa dunque conoscere lʼentità di questi effetti e valutarli attraverso lo strumento del life cycle assessment”.

Grazie a questa metodologia è oggi possibile condurre valutazioni specifiche sugli impatti ambientali delle diverse soluzioni di imballaggio e prendere le giuste decisioni che riguardano i colli di bottiglia di tutto il processo circolare. Una di queste criticità è rappresentata dal rifiuto alimentare, per il quale la tecnologia di confezionamento giocherà sempre più un ruolo centrale, dato che dietro allo scarto alimentare spesso si nascondono valutazioni sbagliate circa la natura della soluzione di imballaggio e dunque sulla vita del prodotto sopra gli scaffali dei supermercati. In questa ottica parlare di sostenibilità significa mettere a punto strategie che permettano da una parte di contenere il più possibile lʼimpatto ambientale dei materiali di confezionamento e dallʼaltra di ridurre in maniera drastica lo scarto alimentare. Per chiudere il cerchio questo traguardo deve imporsi come obiettivo comune che vede coinvolta lʼintera filiera, dal produttore al consumatore.

 

 

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