Italia al quarto posto in Europa nell’edilizia in legno

Presentato lo scorso 3 dicembre a Villa Quaranta di Pescantina il 6° Rapporto Edilizia in Legno, a cura del Centro Studi FederlegnoArredo. Lo studio offre un’istantanea della filiera delle costruzioni in legno collocando l’Italia al quarto posto in Europa per numero di soluzioni abitative, con un fatturato di 1,39 miliardi di euro. Sempre più sviluppata risulta la complessità ingegneristica delle opere, con una marcata tendenza a realizzare soluzioni in legno a più livelli. Le maggiori città del Nord e Centro presentano, ormai, numerosi esempi di come l’ingegneria in legno si sviluppi in altezza. Per la prima volta, rispetto al 2019, si registra infatti un aumento del 20% delle unità abitative all’interno della stessa costruzione.

Una casa in legno è più accogliente di quattro mura di cemento, non si può negarlo. Il fascino che suscita questo genere di bioarchitettura sta conquistando ora anche alberghi ed edifici polifunzionali, che sviluppano concept sempre più innovativi e complessi promuovendo il legno come tecnologia di riferimento per investitori e progettisti. Lo conferma il 6° rapporto sulla bioedilizia del Centro Studi di FederlegnoArredo, secondo cui l’Italia è il quarto Paese in Europa per produzione di abitazioni in questa specifica tipologia edile. 

Prendendo in esame la distribuzione geografica, il report di Assolegno evidenzia che il mercato della bioedilizia non sembra più essere concentrato solo in Nord Italia, ma è sempre più presente anche nelle regioni del Centro, con Toscana, Marche e Umbria che registrano cifre del tutto paragonabili a quelle del Triveneto.

Le regioni dove si contano più costruzioni di case prefabbricate in legno restano Lombardia, Trentino Alto-Adige ed Emilia-Romagna secondo il rapporto, che sottolinea una sempre più sviluppata complessità ingegneristica delle costruzioni in legno. È il Trentino-Alto Adige ad ospitare le imprese più grandi specializzate nel settore delle costruzioni in legno: dalle aziende di questa regione viene realizzato il 49% della produzione complessiva.

 

 

Un trend positivo

Il report evidenzia come il settore dell’edilizia in legno abbia fatto registrare una ripartenza più veloce rispetto a quello edile tradizionale, spingendo il settore verso un modello più sostenibile dell’abitare. 

I numeri parlano chiaro: a fronte di un -15% registrato dalla industria edile tradizionale, la bioedilizia si è affermata con una quota di mercato pari al 7% dei permessi per costruire (in linea con il 2019) e un giro  d'affari pari a 1.39 miliardi di euro, registrando un +3% rispetto al 2019.

Secondo le informazioni proporzionate da Assolegno, per il 2021 i dati relativi ai primi mesi dell’anno confermano un trend molto positivo rispetto all’anno precedente, specialmente se saranno davvero messe in atto politiche di mitigazione del fenomeno del “caro materiali” e ci sarà un effettivo impegno da parte del Governo nel rispettare i progetti di transizione ecologica.

«Il nostro settore – spiega Angelo Luigi Marchetti, presidente Assolegno – può rappresentare per il Paese una vera e propria rivoluzione edile, mettendo al centro la qualità dell’abitare e la sostenibilità. Ne sono una prova importante la tenuta del nostro comparto, che nel 2020 segna indici paragonabili al 2019, nonostante le chiusure nell’anno più buio della pandemia».

«Sono infatti oltre 3000 – prosegue Marchetti – le realizzazioni portate a termine in questo periodo in cui abbiamo assistito anche a una patrimonializzazione delle imprese più solida rispetto al comparto tradizionale. Ma non solo, abbiamo riscontrato una vocazione a definire soluzioni ingegnerizzate che rendono la fase di cantiere più sicura, snella e con meno ingombri in ambito urbano».






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