Dalle balle di insilato ai pali da recinzione, la sfida di Plastic Forests

Parte dagli scarti plastici delle balle di foraggio il processo circolare che un’azienda australiana ha adottato per la produzione di prodotti per allevamento, agricoltura e per il settore automobilistico. In una regione ricca di fattorie, Plastic Forests ha iniziato a riciclare l’involucro plastico degli insilati destinati al bestiame per farne recinzioni, vasi da giardino, canalette di copertura dei cavi, serbatoi e ferma ruote per auto. Solo per citarne alcuni.

Ad Albury, una cittadina australiana di circa 43mila abitanti nel Nuovo Galles del Sud, l’azienda di riciclaggio Plastic Forests è ormai nota per trasformare la pellicola plastica degli insilati (l’imballaggio dei foraggi) in prodotti di ogni tipo: dai paletti per le recinzioni delle fattorie ai serbatoi di carburante, alle soluzioni per il giardinaggio. 

Intervistato da Abc Rural, il direttore di Plastic Forests, David Hodge, ha spiegato che l’azienda produce tra i 200 e i 300 prodotti riciclati dagli scarti plastici degli insilati.

L’insilato è una tecnica di conservazione del foraggio per animali. A tal scopo si fa uso di una pellicola plastica che serve a compattare le balle di foraggio impedendo ai microrganismi di colonizzare la massa vegetale e provocare la perdita di valore nutritivo sviluppando sostanze potenzialmente tossiche. 

 

L’involucro plastico riciclato (ABC Rural: Annie Brown)

 

Una volta aperta la balla di insilato le fattorie si trovano ad accumulare plastiche che non sempre sono in grado di smaltire. Ed è qui che entra in gioco Plastic Forests.

«La plastica per insilati è un prodotto di alto valore se viene trasformata in modo adeguato», dice Hodge, il quale aggiunge che stanno lavorando per lanciare un programma nazionale di gestione per raccogliere gli sprechi dalle fattorie. «Ci sono 8mila tonnellate di pellicola per insilato utilizzate all’anno in Australia e siamo uno dei pochi operatori che lo raccolgono».

Plastic Forests non solo ricicla la plastica usata, ma acquista anche vecchi macchinari di ogni genere per riportarli in vita, come uno recuperato di recente, utilizzato per la produzione di automobili.

L’azienda ha iniziato raccogliendo pellicole per insilati dagli agricoltori, successivamente ha aperto un magazzino a North Albury dove oggi trasforma la plastica e fabbrica i prodotti. Tra i più richiesti dalle fattorie locali ci sono i pali da recinzione in plastica: completamente elettrificabili, non arrugginiscono come quelli in ferro e non marciscono come quelli in legno, dimostrandosi più duraturi e resistenti alle intemperie. «Un palo in plastica riciclata costa un po' di più dei pali di legno – spiega David Hodge – ma ha un’aspettativa di vita di circa 30-40 anni».

 

David Hodge mostra i pali da recinzione ottenuti dagli scarti dell’insilato. (ABC Rural: Annie Brown)

 

Plastic Forests ha realizzato di recente le canalette di copertura per i cavi sotterranei di un parco fotovoltaico a West Wyalong, per il quale sta anche progettando un programma di riciclaggio di 200mila pannelli solari.

Uno dei maggiori ostacoli per l’azienda è la raccolta del film di insilato dalle fattorie, processo che fa affidamento ancora sulla buona volontà degli agricoltori. Visto il successo del progetto di economia circolare, Hodge è pronto ad avviare un programma di gestione a livello nazionale che supporti il progetto sotto l’aspetto logistico.

«Abbiamo tante richieste da parte di agricoltori che vorrebbero entrare a far parte di questo sistema di riciclo e utilizzare i nostri servizi, ma manca l’infrastruttura adatta per la raccolta».



 

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